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giovedì 6 novembre 2014

L’ideologo sionista francese Bernard-Henri Levy,fischiato e cacciato da Tunisi







Decine di cittadini tunisini si sono recati nella sera del venerdì ad esprimere la propria repulsione per la presenza nel loro paese del personaggio mediatico francese (ebreo ndr) Bernard-Henri Levy (BHL), promotore di guerre e conflitti sociali nel Medio Oriente ed in Europa. Questo personaggio in Francia viene considerato “un grande intellettuale ed umanista”. La stampa commerciale ed i media francesi (servi e leccaculo dell'elite judea ndr) lo citano, lo promuovono e lo applaudono ogni giorno.


“BHL, vattene! No agli interessi sionisti sul suolo tunisino”, sono stati gli slogans più urlati in coro nell’Aeroporto Internazionale di Tunisi, Cartago, dopo che nei social network si era diffusa come polvere la allarmante notizia del viaggio di Bernard-Henry Levy a Tunisi.
Vedi:    Plusieurs personnes manifestent contre la venue de BHL en Tunisie

Secondo Slim Amamou, un vecchio blogger ed ex segretario di Stato per lo Sport e la Gioventù a Tunisi, nel corso della rivoluzione del 2011, ci sono stati altri viaggiatori imbarcati nell’aereo i quali  hanno trasmesso la voce di allerta ai propri compatrioti dell’imminente arrivo del multimilionario francese.

 
l'ebreo Bernard-Henri Levy



Con il francese già a Tunisi, l’avvocato Abdelaziz Essid ha annunciato il sabato per mezzo della radio locale Shems FM che avrebbe reclamato in forma ufficiale al procuratore della Repubblica una indagine sui responsabili del viaggio visto che, secondo Essid, Levy “rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale per le sue posizioni contro gli interessi dei popoli arabi”
Essid ha ricordato anche il ruolo cruciale di Levy nell’organizzare i bombardamenti sulla Libia nel 2011 per l’Organizzazione della NATO con il suo capataz precedente, l’allora presidente della Franciam Nicolas Sarkosy..
Il portavoce del Ministero degli Esteri di Tunisi, Mojtar Chaouachi, ha tralasciato di rispondere all’agenzia di notizie francesi AFP sulla visita o la manifestazione di rifiuto della stessa.

Levy, ricco erede di una società di sfruttamento del legno pregiato nella Costa D’Avorio, Camerun e Gabon, nel corso degli ultimi anni ha difeso a spada tratta gli interventi di destabilizzazione ed i colpi di stato effettuati dai servizi di intelligence occidentali e conosciuti come “rivoluzioni colorate”.

Nel 2010, Bernard Levy aveva lanciato una campagna internazionale di diffamazione mediatica contro l’Iran basata su falsità e menzogne, pretendendo la difesa di una donna adulta considerata complice nell’assassinio del padre e dei suoi stessi figli. Con il supporto di numerosi organi di stampa e di varie organizzazioni di presunta difesa dei diritti umani, aveva coinvolto in questa campagna anche vari capi di Stato.
Successivamente, dopo aver contribuito con i suoi interventi a portare la Libia nel caos, derivato dall’operazione militare effettuata  da Francia e Stati Uniti (con supporto della NATO e dell’Italia)per rovesciare ed assassinare Gheddafi, dal 2011 il multimilionario francese ha cercato in tutti i modi di promuovere un attacco militare dichiarato dalle potenze occidentali contro la Siria, in obiettiva collaborazione con i vari gruppi terroristi che sono presenti nel paese arabo, gruppi con i quali  che lui stesso si era  incontrato.



Nella foto: Levy a Bengasi con i ribelli anti Gheddafi



Nel Dicembre del 2013, Levy si è recato a Kiev per partecipare nelle trame che sono culminate nel rovesciamento del presidente ucraino Victor Yanukovic e nel marzo scorso è stato lui a presentare al mandatario frances, Francois Hollande, Petro Poroshenko- eletto come Presidente dell’Ucraina due mesi dopo.

Il presunto “filosofo” contribuisce a propagare una forte ondata di islamofobia, argomentando che “questo non significa  razzismo” ,che il velo islamico costituisce un “incitamento allo stupro” e che l’opera della sua vita “sarà quella di far riscrivere il Corano per opera di un ebreo”.



Tratto da Adversario Metapolitico

Traduzione: Luciano Lago di www.controinformazione.info

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