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venerdì 31 ottobre 2014

GEOPOLITICA:Il Presidente Ungherese:”potremo decidere di uscire dalla UE “





Viktor Orban, premier dell'Ungheria




Il presidente del Parlamento Ungherese, Laszlo Kover, ha dichiarato che, “se le autorità di Bruxelles continueranno a cercare di imporre la propria volontà all’Ungheria sul come il paese debba essere governato, l’Ungheria non avrà altra strada che considerare la sua uscita dall’Unione Europea”.

Per quanto lo stesso Kover ha poi limitato la portata della sua dichiarazione, affermando che al momento non è probabile che si arrivi a questa decisione, le affermazioni fatte da Kover sono state appoggiate da alcuni esponenti politici influenti del paese europeo. “Laszlo ha parlato molto chiaramente circa i problemi esistenti sul funzionamento della UE. Comunque sia, riteniamo che i valori di riferimento dell’Unione Europea sono abbastanza distanti dai nostri e pertanto li consideriamo per noi inaccettabili”, questo quanto ha detto il deputato Tamas Deutsch, citato dalla stampa locale ed ha aggiunto che il paese dovrà decidere da solo circa il suo futuro di permanenza o meno nella UE.




Secondo alcuni analisti esperti, questa posizione si deve al contenzioso che il governo di Budapest ha in atto con le autorità di Bruxelles su alcune questioni economiche ed in particolare sulle pressioni esercitate da Bruxelles riguardo alle relazioni che l’Ungheria intrattiene con Mosca.


 
Laszlo Kover,presidente del Parlamento Ungherese




Il governo ungherese, a differenza di altri governi europei, non tollera le interferenze delle autorità di Bruxelles sul modo in cui debba intrattenere le sue relazioni con la Russia che, per l’Ungheria rimane il partner commerciale più importante al di fuori della UE.

Di recente Mosca ha destinato a Budapest un prestito di 10.000 milioni di euro per l’acquisto di due blocchi di energia della società russa Rosatom  destinati alla centrale nucleare ungherese di Paks.

All’inizio di Agosto, il primo ministro ungherese Viktor Orban, ha criticato la politica delle sanzioni dell’Occidente verso la Russia ed ha sostenuto che tale politica causa più danni all’Ungheria (ed agli altri paesi europei) che non alla Russia. “Questo si chiama spararsi un colpo sui piedi” ,ha testualmente detto Orban incitando Bruxelles a compensare i produttori ungheresi dei danni subiti per il veto della Russia alle importazioni di prodotti alimentari dai paesi della UE.

Inoltre l’Ungheria si rifiuta di applicare alcuni dei memorandum che periodicamente le vengono inviati da Bruxelles ed ha proceduto a delle riforme economiche del tutto in contrasto con le linee di politica economica di impronta neoliberista stabilite da Bruxelles.
In particolare il governo ungherese di recente, nel corso del 2013, aveva provveduto a rinazionalizzare la propria banca centrale, suscitando le ire delle autorità dell’Unione Europea, si è rifiutato di aderire all’euro, ha voluto rimborsare anticipatamente il prestito che le era stato concesso dal FMI ed ha obbligato questo istituto ad abbandonare il paese.
Il tutto nell’ambito di alcune riforme sociali attuate dal governo che hanno utilizzato la spesa pubblica per sostenere le fasce sociali più povere del paese e per sviluppare una politica di intervento pubblico. Questo ha causato una forte ondata di attacchi e di accuse anche da parte di tutti i media europei, servilmente  allineati alle politiche neo liberiste dettate dalle centrali di Bruxelles e di Francoforte.




Un esperto russo, Fiodor Lukianov, del Consiglio russo per la Politica Estera, nel corso di una intervista, ha indicato che il premier Orban, con la sua politica ha posizionato l’Ungheria come una paese che sarà pronto per trasformarsi nella porta di ingresso per la Russia nell’Europa dell’Est. Lo stesso primo ministro ungherese aveva dichiarato nel Novembre del 2011 che “gli europei hanno necessità di avere la Russia come partner economico e presto o tardi sarà necessaria una alleanza strategica con la Federazione Russa”.
Questo spiega la crescente ostilità da parte dei media occidentali verso il governo Orban e le ripetute accuse di populismo e di “involuzione autoritaria” che gli sono state rivolte.

Alla domanda potrebbe l’Ungheria uscire dalla UE ? Risponde Vasilij Koltašov, vicedirettore dell’Istituto della globalizzazione e dei movimenti sociali:
“Adesso l’Ungheria non ha dove uscire. Ma le sue autorità cominciano, probabilmente, ad esercitare una seria pressione sulla euroburorazia per strappare cedimenti e per ottenere una migliore posizione nell’ambito dellUe. Si tratta ancora di ricatto. Ma l’Ungheria dimostra di essere pronta ad uscire. Questa disponibilità non è fittizia. Tale quadro è nuovo per le élites europee. Ciò vuol dire che tra qualche tempo anche altri paesi dell’Europa Orientale potrebbero prendere questa posizione. Allora l’Ue avrà a che fare con un’opposizione molto più seria alla propria politica. Alla fine avremo in Eurasia un’integrazione assolutamente nuova.

L’Ue può dare all’Ungheria risorse finanziarie attraverso la Banca Centrale europea. Può allargare le possibilità delle autorità ungheresi per il finanziamento della politica sociale, per la legislazione sul lavoro. L’Ue può persino chiudere un occhio sul fatto che l’Ungheria non eseguirà i molteplici memorandum dell’Ue e non peggiorerà ancora la situazione materiale della popolazione. Ma l’Ue non può proporre all’Ungheria lo sviluppo della sua economia. Pertanto le piccole concessioni che le autorità ungheresi riusciranno a strappare alla burocrazia europea non metteranno il punto nella crisi dei rapporti. Successivamente l’Ungheria dovrà lo stesso sollevare la questione dell’uscita dall’Ue. Ma anche la sola dichiarazione dell’Ungheria cambia già la situazione, in quanto dimostra che la crisi economica, la crisi sociale nell’Unione Europea si è trasformata già non solo in una crisi politica ma anche in preludio alla disgregazione politica”.


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