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giovedì 25 maggio 2023

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

 

Ricordatevi bene: abbiamo spaventato il mondo dei grandi affaristi e dei grandi speculatori. Essi non hanno voluto che ci fosse data la possibilita' di vivere.... Assistiamo a questo straordinario spettacolo: la stessa Chiesa alleata ai suoi piu' acerrimi nemici. La Chiesa non vuole, a Roma, un'altra forza, preferisce degli avversari deboli a degli amici forti.


Io sono come il grande clinico che non ha saputo fare la cura esatta e che non ha piu' fiducia dei familiari dell'importante degente. Molti medici si affollano per la successione. Molti di questi sono gia' conosciuti per inetti; altri non hanno che improntitudine o gola di guadagno. Il nuovo dottore deve ancora apparire. E quando sorgera' dovra' riprendere le ricette mie. Dovra' solo saperle applicare meglio. 


Lasciate passare questi anni di bufera. Un giovane sorgera'. Un puro. Un capo che dovra' immancabilmente agitare certe idee. Collaborazione e non lotta di classe; carta del lavoro; la proprieta' sacra fino a che non diventi un insulto alla miseria; cura e protezione dei lavoratori, specialmente dei vecchi e degli invalidi; cura e protezione della madre e dell'infanzia; assistenza fraterna ai bisognosi; moralita' in tutti i campi; lotta contro l'ignoranza e contro il servilismo verso i potenti; esaltazione dello spirito di orgoglio di essere italiano; Abolizione di ogni dogana; libero commercio fra paese e paese, regolato da una convenzione; 

moneta unica; educazione in profondita' e non, purtroppo in superficie, come e' avvenuto per colpa degli avvenimenti e non per deficienza ideologica. Liberta' di pensiero, di parola e di stampa? Si', purche' regolata e moderata da limiti giusti, chiaramente stabiliti. Senza di che, si avrebbe anarchia e licenza. E ricordatevi soprattutto la morale deve avere i suoi diritti. Sara' un giovane a fare tutto questo. Io non saro' piu', ma la storia mi dara' ragione."

Benito Mussolini


lunedì 22 gennaio 2018

Le costituzioni delle democrazie usuraie






di: Fabio Calabrese

La stesura di questo articolo è stata di poco posteriore al referendum del dicembre 2016 che ha fortunatamente bocciato la proposta di riforma costituzionale renziana. A me premeva (e preme) precisare che per quanto mi riguardava, la scelta del NO non significava minimamente un atto di amore verso la costituzione “nata dalla resistenza”, ma semplicemente sventare il tentativo del governo allora in carica di peggiorarla, impedendogli di ridurre ulteriormente le briciole di voce in capitolo che gli Italiani hanno sulla loro vita associata. E’ poi accaduto che la presentazione a “Ereticamente” di questo articolo (a cui dovranno necessariamente seguire degli altri, perché per il momento ho limitato la mia analisi ai primi dieci articoli della “nostra” costituzione) è stata più volte rimandata. Forse sto tenendo in piedi troppi filoni di analisi e riflessione. Oggi, la carta(ccia) costituzionale ha compiuto settant’anni; infatti entrò in vigore il 1 gennaio 1948. E’ dunque proprio il momento adatto per pubblicare l’articolo che state leggendo, in modo da celebrare questa ricorrenza come merita.

martedì 5 gennaio 2016

Il culto della Costituzione e l’ipocrisia democratica



di: Paolo Sizzi

In Italia vige il culto della “sacra” Costituzione antifascista, vergata nel dopoguerra da tutti coloro che hanno deciso di accodarsi al volere dei vincitori e che già facevano parte delle accolite partigiane: comunisti, “socialisti”, liberali, democristiani e altra robetta repubblicana.
È la costituzione di una repubblica postbellica i cui valori sono quelli universali, e non nazionali, del cristianesimo laico, dove la Patria sia sottomessa al mito dell’uguaglianza, della fratellanza globale, della cessione di sovranità in favore di enti sovranazionali il cui unico fine è quello di perseguire un disegno globalista capeggiato da banchieri e gendarmi d’oltreoceano.

La natura della Repubblica Italiana si riassume nell’antifascismo dunque e in tutto quello che tale etichetta significa; nulla a che vedere con il genuino patriottismo (senza tirare in ballo il nazionalismo) poiché nei fatti la RI è un soggetto euro-atlantico che esegue la volontà dei suoi padroni americani, che d’altronde occupano la Penisola con 113 installazioni militari. Dove starebbero libertà, democrazia, giustizia in Italia, stando sotto il tallone degli anfibi statunitensi? Coloro che tanto osannano i partigiani dovrebbero aprire gli occhi così magari capirebbero che dai cosiddetti “nazifascisti” si è passati semplicemente ad un altro regime, che è quello mondialista dell’Occidente americano.